ANDAMENTO METEOROLOGICO

Il mese di ottobre 2022, in Italia, può essere definito a pieno titolo come mese climatologicamente “estremo”, a causa di un andamento termo-pluviometrico che non trova quasi precedenti nella storia climatologica nazionale, in particolare sul centro-nord Italia. Infatti, le temperature medie sono state vistosamente superiori alla norma del periodo, registrando, a livello nazionale, il secondo ottobre più caldo in assoluto da quando esistono le rilevazioni strumentali, con un’anomalia di temperatura media, su base nazionale, di ben +2.1°C rispetto alla media del trentennio 1991-2020, e di +2,5°C rispetto alla norma del periodo 1981-2010 (fonte: ISAC-CNR). A fronte del valore medio nazionale, per il nord Italia l’anomalia di temperatura media (su base 1991-2020) è stata di +3.2°C, segnando l’ottobre di gran lunga più caldo mai registrato dal 1800, mentre il resto della Penisola, pur avendo mostrato campo termico assai elevato, si è attestato su scarti dalla norma leggermente più contenuti.

In merito alle precipitazioni, ottobre 2022 si è dimostrato un mese eccezionalmente secco, con un’anomalia di precipitazione su base nazionale di ben il -61%, col risultato di aggravare ulteriormente la condizione di severa siccità in vaste aree del territorio nazionale, soprattutto del centro-nord, vanificando i benefici effetti della temporanea ripresa delle piogge osservata nel bimestre agosto-settembre. La gravità delle anomalie pluviometriche negative, è resa ancora più evidente dal fatto che il mese di ottobre dovrebbe essere il più piovoso, o uno dei più piovosi, dell’anno su vaste zone della Penisola. 

Per quanto riguarda lo scenario meteorologico di massima previsto per le prossime due settimane, le temperature si manterranno ancora miti e sopra norma ovunque con anomalie fino a +1/+3°C e le precipitazioni saranno in ripresa sulla quasi totalità della penisola.

 

 

ANDAMENTO PRODUTTIVO

E’ in corso la produzione di miele di corbezzolo. Questo miele particolare, dal sapore amaro, si produce prevalentemente in Sardegna e nella macchia mediterranea delle regioni Tirreniche dove però i raccolti sono ormai rari. Dopo un’estate estremamente calda e secca, le famiglie si sono generalmente riprese grazie ai flussi nettariferi autunnali, favoriti dall’arrivo di qualche pioggia. A partire dalla seconda metà del mese di ottobre, nonostante le condizioni di temperature sopra la media, gli apicoltori hanno iniziato ad osservare il blocco naturale della deposizione della regina nelle famiglie di api e si apprestano dunque ad intervenire con i trattamenti autunno-invernali di controllo della varroa.

 

ANDAMENTO DI MERCATO

Dopo una fase autunnale più dinamica, le compravendite sul mercato del miele all’ingrosso hanno subito un graduale rallentamento fino all’attuale fase di stasi. La domanda iniziale da parte dei principali invasettatori è stata infatti soddisfatta e la velocità di ripresa del mercato dipenderà dall’andamento dei consumi e dal conseguente esaurimento delle scorte di magazzino. Su questo fronte c’è proccupazione sia perchè il consumo di miele nel nostro paese è ancora molto stagionale e favorito da condizioni tipicamente autunno-invernali che tardano ad arrivare, sia per il quadro economico generale negativo evidenziato dalla flessione dell’indice del clima di fiducia dei consumatori per il secondo mese consecutivo (dati ISTAT).

Nella fase più dinamica del mercato il prezzi all’ingrosso del miele in fusti da 300 kg sono rimasti sostenuti. Sulla base di quanto dichiarato dagli apicoltori intervistati nel mese di ottobre, piccole partite (inferiore ai 10 q.li) di miele di acacia convenzionale di buona qualità sono state scambiate intorno agli 8,30 /kg. Dal confronto con alcuni operatori del settore emerge che il prezzo è sceso anche sotto gli 8 €/kg per partite di dimensioni maggiori (oltre 20 q.li). Per quanto riguarda il miele di acacia biologico gli apicoltori intervistati hanno dichiarato scambi prevalentemente tra i 9,30-9,50 €/kg . Per quanto riguarda il millefiori, molto ricercato per via della scarsa produzione di quest’anno, gli apicoltori intervistati hanno dichiarato scambi di piccole partite, non superiori ai 15 quintali, compresi prevalentemente tra i 5,50 e i 5,70 €/kg (fusto) per il convenzionale, tra i 6,30 e i 6,50 €/kg per il biologico. Partite di 15 q.li di miele di castagno convenzionale sono state scambiate a 6,30 €/kg, mentre per partite di dimensioni superiori (oltre 20 q.li) il prezzo può scendere anche sotto i 6 €/kg. Per quanto riguarda il castagno biologico sono stati dichiarati scambi compresi tra i 6,50 e i 7 €/kg, ma non si conosce la dimensione delle partite. Sono state inoltre dichiarate compravendite di miele di sulla convenzionale a 5,5 €/kg e 6 €/kg, per partite di 25 e 50 quintali rispettivamente. Mentre il prezzo dichiarato prevalentemente per il miele di eucalipto convenzionale di produzione calabrese, è stato di 5,80 €/kg (partite di circa 50 q.li). Infine per il miele di girasole ed il miele di coriandolo sono stati dichiarati prezzi di vendita di 5,6 €/kg e 5,80 €/kg (partite di 10-25 q.li).

In Veneto, partite di 10-50 kg di polline deumidificato convenzionale sono state scambiate a 20 €/kg mentre partite di meno di 10 kg di polline millefiori fresco sono state scambiate a 24 €/kg.

 

EMERGENZE

Non sono state segnalate emergenze.

 

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NOTE METODOLOGICHE

L’indagine produttiva ed economica viene effettuata dalla rete di rilevatori dell’Osservatorio tramite interviste mensili ad apicoltori professionisti su tutto il territorio nazionale.

L’andamento meteorologico viene elaborato con il supporto di Pierluigi Randi, meteorologo professionista.

La resa media (kg/alveare) per tipologia di miele è rilevata su un campione di alveari in produzione nelle province vocate.

Il prezzo del miele (€/kg) è riferito a transazioni avvenute sul mercato all’ingrosso ed è inteso Franco Produttore I.V.A. inclusa.

Il prezzo delle regine (razza ligustica) è I.V.A. esclusa.

Il prezzo degli sciami è I.V.A. esclusa e si riferisce a sciami su 5 telaini (di cui 3 di covata e 2 di scorte).

Il prezzo di propoli e polline è I.V.A. inclusa mentre quello della pappa reale è I.V.A. esclusa.

Il prezzo del servizio di impollinazione è riferito ad unità (alveare o nucleo) I.V.A. esclusa.