ANDAMENTO METEOROLOGICO
Dopo un ottobre 2022 climatologicamente “estremo”, il mese di novembre da poco concluso, pur mostrandosi alquanto mite, ha fatto registrare quantomeno un ritorno ad una piovosità in linea con le attese del periodo anzi, molte aree del territorio nazionale sono state interessare da piogge consistenti. Sotto il profilo termico, le temperature medie sono state superiori alla norma climatologica di riferimento, in particolare sulle regioni settentrionali e centrali adriatiche.
Nonostante si notino variazioni piuttosto contenute tra Nord, Centro e Sud, ancora una volta sono le regioni settentrionali ad essere state interessate dalle anomalie termiche positive più consistenti, aspetto che sta caratterizzando gran parte dell’annata 2022, con la maggior parte dei mesi che ha visto le maggiori anomalie proprio al nord.
Novembre 2022 si è concluso con un’anomalia di temperatura media, sul territorio nazionale, di +1.0°C rispetto alla media del trentennio 1991-2020, e di +1.7°C rispetto alla norma del periodo 1981-2010, chiudendo al nono posto tra i più miti dal 1800 (fonte: ISAC-CNR). Le anomalie termiche più consistenti si sono verificate nella prima e nella seconda decade del mese, mentre nella terza i valori medi sono risultati leggermente inferiori alla norma al Sud e sulle Isole Maggiori, e più vicini alle attese del clima al Nord.
Sulle zone pianeggianti delle regioni settentrionali, e sulle vallate appenniniche di quelle centrali, sono quasi del tutto mancate temperature minime inferiori allo zero (salvo casi isolati nella terza decade del mese), quando invece la climatologia del periodo 1981-2010 indicherebbe la comparsa delle prime gelate o brinate tra la prima e la seconda decade, mostrando un deciso ritardo che peraltro si è riproposto con cadenza quasi continua negli ultimi 5-6 anni.
In relazione alle precipitazioni, dopo il disastroso ottobre, novembre 2022 si è mostrato ben più generoso in termini pluviometrici, mantenendo fede alle proprie caratteristiche climatologiche che lo vedono come uno dei mesi più piovosi dell’anno su vaste aree della Penisola. Con un’anomalia di precipitazione su base nazionale di +11%, il mese in esame è risultato più piovoso rispetto alla norma, anche se la distribuzione delle precipitazioni è stata, ancora una volta, non ottimale a causa dell’elevata percentuale di eventi temporaleschi. Le precipitazioni sono state ancora scarse e sotto media su vaste aree del Nord, con particolare riferimento a Piemonte, Liguria (salvo il genovesato) Lombardia (eccetto il mantovano), Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e alto Veneto, laddove si sono rilevati deficit compresi tra il 30 e il 40%. In Emilia-Romagna la piovosità è stata relativamente scarsa sull’Emilia occidentale (-20/-30%) e invece superiore alla norma su Emilia centro-orientale e Romagna, con picchi anche del +60/+80% tra bolognese, ferrarese e ravennate. Nel complesso, la piovosità è stata significativa anche sulle regioni centrali con surplus medio del +20/+30%, ma è al Sud e sulle Isole Maggiori che il mese è risultato particolarmente piovoso, specialmente nella seconda e terza decade. Infatti, su queste aree le piogge mensili ammontano anche a oltre il +100% (con valore climatologico raddoppiato), ma con picchi tra nord Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna, anche del +150/+200%, frutto di intensa attività temporalesca con alcuni eventi alluvionali su Campania e Calabria.
ANDAMENTO PRODUTTIVO
In Sardegna, le condizioni meteorologiche favorevoli della prima decade di novembre hanno consentito alle api di bottinare sulla fioritura del corbezzolo. Nella seconda parte del mese, le piogge diffuse e consistenti e l’abbassamento della temperatura, hanno in parte condizionato i raccolti ma considerato l’elevato prezzo all’ingrosso del miele di corbezzolo, che quest’anno si stima possa superare i 18 €/kg, anche raccolti di pochi chili ad alveare sono importanti per le aziende apistiche. Gli apicoltori stanno ancora effettuando le operazioni di smielatura, pertanto le informazioni sulle rese produttive ad alveare saranno disponibili con la prossima rilevazione.
Nel resto del paese la stagione produttiva è terminata e gli apicoltori stanno effettuando le operazioni di invernamento e i trattamenti invernali per il controllo della varroa. Il parere degli apicoltori intervistati sullo stato delle famiglie è generalmente positivo.
ANDAMENTO DI MERCATO
Non ci sono variazioni significative della situazione di mercato rispetto alla rilevazione dello scorso mese. Gli intervistati questo mese confermano un rallentamento della domanda di miele all’ingrosso. I principali confezionatori hanno ritirato il miele acquistato nella fase più dinamica del mercato e hanno i magazzini pieni. Gli apicoltori che hanno ancora giacenze di prodotto attendono la ripresa della domanda e condizioni di mercato più favorevoli. Anche tra gli apicoltori che vendono il proprio prodotto direttamente, in azienda o nei mercatini rionali e itineranti, si segnala un rallentamento delle vendite. L’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari (+13% nel mese di novembre secondi gli ultimi dati pubblicati dal’ISTAT) sta incidendo profondamente sui consumi aumentando il valore della spesa delle famiglie che reagiscono diminuendo le quantità acquistate. Un quadro che preoccupa in vista del periodo degli acquisti natalizi.
EMERGENZE
Non sono state segnalate emergenze.
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NOTE METODOLOGICHE
L’indagine produttiva ed economica viene effettuata dalla rete di rilevatori dell’Osservatorio tramite interviste mensili ad apicoltori professionisti su tutto il territorio nazionale.
L’andamento meteorologico viene elaborato con il supporto di Pierluigi Randi, meteorologo professionista.
La resa media (kg/alveare) per tipologia di miele è rilevata su un campione di alveari in produzione nelle province vocate.
Il prezzo del miele (€/kg) è riferito a transazioni avvenute sul mercato all’ingrosso ed è inteso Franco Produttore I.V.A. inclusa.
Il prezzo delle regine (razza ligustica) è I.V.A. esclusa.
Il prezzo degli sciami è I.V.A. esclusa e si riferisce a sciami su 5 telaini (di cui 3 di covata e 2 di scorte).
Il prezzo di propoli e polline è I.V.A. inclusa mentre quello della pappa reale è I.V.A. esclusa.
Il prezzo del servizio di impollinazione è riferito ad unità (alveare o nucleo) I.V.A. esclusa.