ANDAMENTO METEOROLOGICO

Il nuovo anno è partito meteorologicamente sulla stessa falsariga di come era terminato il vecchio, col mese di gennaio che è stato caratterizzato da temperature medie assai al di sopra della norma climatologica di riferimento ponendosi, su base nazionale, al quinto posto tra i più caldi dal 1800 con un’anomalia di temperatura media di +2,2°C considerando il periodo climatologico 1981-2010.

Nel complesso, le sensibili anomalie positive di temperatura media nazionale osservate sono da attribuirsi principalmente al Nord Italia e solo parzialmente al centro, mentre al sud e sulle Isole Maggiori l’andamento termico del mese è da considerarsi sostanzialmente normale. Se si suddivide il mese nelle classiche decadi, la prima decade è stata estremamente mite con un’anomalia di temperatura media di +5,0°C su base nazionale, una seconda con un’anomalia di temperatura media più contenuta di  +2.1°C e la terza decisamente più fredda (+0,2°C), che si è potuta definire invernale nel senso stretto del termine. 

Come già occorso nel dicembre 2022, le anomalie termiche positive mensili sono risultate molto più sensibili nei valori minimi rispetto a quelli massimi. A causare le anomalie nei valori minimi hanno contribuito un alto numero di nottate con cielo nuvoloso o coperto, ma anche i ripetuti afflussi di aria mite provenienti o dal Mediterraneo o dal nord Africa che hanno determinato un numero particolarmente basso di giornate di gelo (temperatura minima inferiore allo zero).

In sostanza, nel bimestre dicembre 2022 – gennaio 2023, è venuto a mancare circa l’80% delle giornate di gelo sulla quasi totalità della Penisola, e questo potrebbe avere ripercussioni estremamente negative sull’andamento della dormienza invernale, tant’è che in alcune aree del centro-nord Italia sono stati segnalati diversi casi di “rigonfiamento” gemme a carico di alcuni fruttiferi già alla fine della prima decade del mese, aspetto che ha pochissimi precedenti nella storia agro-meteorologica nazionale. Fortunatamente, nella terza decade del mese sono subentrate masse d’aria un poco più fredde e l’allarme è parzialmente rientrato.

Sul fronte delle precipitazioni, gennaio 2023 è stato nel complesso sufficientemente piovoso, anche se espressamente sulle regioni centro-meridionali e assai meno al nord incluse le Alpi. Con un’anomalia di precipitazione media nazionale di +15%, il mese ha visto una ripresa delle pioggie rispetto al precedente, sebbene non distribuite in modo ottimale.  

Anche tenendo conto delle scarse precipitazioni nevose che fino ad ora si sono riscontrate sulla fascia alpina centro-occidentale, su gran parte del Nord ma principalmente sopra l’asse del Po e in particolare sul Piemonte, lo stato di siccità di lungo periodo (siccità idrologica) rimane grave. In riferimento alla situazione piemontese, la gravità dell’attuale condizione siccitosa è ben evidenziata dall’analisi del tenore di umidità del suolo nello spessore 0-100 cm, che al 31 gennaio è da considerarsi negativamente estrema sul settore occidentale della regione tra Biellese, Torinese, Cuneese, Astigiano e Alessandrino, laddove la situazione rischia di divenire del tutto compromessa se non si avranno precipitazioni a  sufficienza nel periodo primaverile (vedere mappa con focus sul Piemonte, fonte Copernicus ECMWF). 

 

ANDAMENTO PRODUTTIVO

Non sempre le condizioni invernali sono favorevoli a questo precoce raccolto, ma quest’anno in aree circoscritte della provincia di Palermo, alcuni apicoltori sono riusciti ad ottenere una piccola produzione di miele di nespolo del Giappone.  Altrove non si registrano produzioni dato il periodo.

Le temperature molto miti della prima decade del mese di gennaio, soprattutto nelle regioni del Nord sembrano aver determinato la ripresa della deposizione delle regine che sono poi tornate in blocco non appena le temperature sono rientrate in linea con la norma del periodo. Dove le scorte sono state valutate insufficienti, gli apicoltori hanno provveduto ad integrare le scorte tramite la somministrazione di candito. I trattamenti per la pulizia invernale delle famiglie dalla varroa sono ormai stati portati a termine e il parere generale sullo stato sanitario delle famiglie è positivo.

 

ANDAMENTO DI MERCATO

Il 2022 si è chiuso con una situazione di mercato negativa caratterizzata da un sostanziale arresto della domanda, prezzi in ribasso e giacenze di miele nei magazzini degli apicoltori anche oltre la quantità considerata fisiologica. A inizio 2023 si conferma lo scenario negativo con pochissime transazioni e prezzi medi del miele italiano all’ingrosso in calo di un ulteriore 5-10% rispetto a quelli dell’ultimo trimestre del 2022.  A determinare questa situazione contribuisce sia il calo dei consumi dovuto al quadro economico generale sia la concorrenza del miele estero i cui prezzi sono andati progressivamente a diminuire nel corso del 2022 (dal 10% fino al 30% in meno a seconda della tipologia di miele) e a inizio 2023 risultano in utleriore calo.  

E’ ancora presto per parlare di transazioni sul mercato degli sciami che prenderà il via a marzo-aprile ma sono già in corso le prenotazioni. 

In Sicilia si rilevano vendite di nuclei per l’impollinazione del melone cantalupo in serra. Si tratta di nuclei orfani composti da 2-3 telai di covata e 2 di scorte. Il prezzo praticato è di 35-36 €/cad in azienda e 33 €/cad al rivenditore (esclusa l’IVA del 10%).

 

EMERGENZE

Si segnalano alcune cirticità da avvelenamento. In Campania, in provincia di Benevento, tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio, sono stati segnalati degli avvelenamenti che hanno coinvolto interi apiari situati in prossimità di ciliegeti. Apiari di 30-40 alveari si sono svuotati completamente, con molte api trovate morte nei fondi e davanti agli alveari. Si suppone che siano stati fatti trattamenti con fitoregolatori per rallentare lo stato di vegetazione di alcuni fruttiferi.
In Sardegna si segnala uno spopolamento che risale al mese di dicembre nella piana di Oristano, comuni di Arborea e Zeddiani. Si tratta di una zona agricola caratterizzata da ortive di pieno campo (finocchi, sedano, carciofi), serre con pomodoro da mensa e notevoli estensioni di mais da foraggio per insilati e per produzione alimento fresco per aziende bovino da latte. Dei 100 alveari colpiti, 50 sono stati completamente abbandonati, con presenza di covata opercolata e scorte in buona quantità, i restanti 50 sono stati trovati fortemente spopolati. Al momento non se ne conosce la causa.

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NOTE METODOLOGICHE

L’indagine produttiva ed economica viene effettuata dalla rete di rilevatori dell’Osservatorio tramite interviste mensili ad apicoltori professionisti su tutto il territorio nazionale.

L’andamento meteorologico viene elaborato con il supporto di Pierluigi Randi, meteorologo professionista.

La resa media (kg/alveare) per tipologia di miele è rilevata su un campione di alveari in produzione nelle province vocate.

Il prezzo del miele (€/kg) è riferito a transazioni avvenute sul mercato all’ingrosso ed è inteso Franco Produttore I.V.A. inclusa.

Il prezzo delle regine (razza ligustica) è I.V.A. esclusa.

Il prezzo degli sciami è I.V.A. esclusa e si riferisce a sciami su 5 telaini (di cui 3 di covata e 2 di scorte).

Il prezzo di propoli e polline è I.V.A. inclusa mentre quello della pappa reale è I.V.A. esclusa.

Il prezzo del servizio di impollinazione è riferito ad unità (alveare o nucleo) I.V.A. esclusa.