DICEMBRE

Mercato
Mercato caratterizzato da uno scarso numero di transazioni in quanto le scorte di magazzino sono esaurite. Per le poche transazione in essere i prezzi sono stabili.

Altre informazioni
La condizione delle famiglie per l’invernamento appare ancora buona, specie al Sud, anche se le temperature molto rigide di fine anno al Nord potrebbero aver indebolito ulteriormente le famiglie già provate dalla stagione negativa.

NOVEMBRE

Mercato
La richiesta di miele sul mercato italiano è elevata a causa della scarsa disponibilità nei magazzini. Di conseguenza i prezzi sono in aumento, con punte di 5,50 Euro/kg per il miele di acacia, 4 Euro/kg per il castagno e 3,50 Euro/kg per millefiori e melata.
Aumenti consistenti anche sul mercato internazionale, dove ormai il miele millefiori argentino di buona qualità supera i 2,40 Euro/kg. Da segnalare anche un incremento significativo delle richieste di propoli, pappa reale e in misura minore polline.

Altre informazioni
La condizione delle famiglie per l’invernamento appare buona in Italia centrale e meridionale, con famiglie abbastanza popolose e in buone condizioni. Nel nord la situazione è un po’ più preoccupante con famiglie piccole e con casi – seppure limitati – di spopolamenti. La situazione sanitaria delle famiglie è discreta, anche se i consumi di miele negli alveari è stato alto per via delle temperature elevate.

OTTOBRE

Produzione
La produzione di miele è terminata. Tra le ultime produzioni da segnalare un raccolto scarso per il miele di eucalipto in Calabria e del miele di corbezzolo in Sardegna.

Mercato
Il mercato del miele è sostanzialmente stabile.
Quasi terminati gli scambi di piccole partite tra apicoltori, fatto salvo per l’acacia e il miele millefiori. A questo proposito si presume che questi cesseranno del tutto entro Natale, quando la stagione dei mercati volgerà al termine. Più in generale, data la scarsa produzione, sono state completamente esaurire le scorte nei magazzini.

Altre informazioni
Resta preoccupante la situazione relativa alla varroa, con casi molti diffusi sia negli allevamenti biologici sia in quelli convenzionali. Particolarmente colpiti i nuovi sciami allevati per ripristinare le famiglie perdute nella prima parte della stagione. In Romagna è stato chiesto lo stato di calamità.
Dove la varroa non ha colpito lo stato delle famiglie è in generale buono, grazie ad un autunno molto mite che ha consentito alle api di ripristinare le scorte di miele per l’inverno. Segnalata in Umbria una ripresa della peste americana.

SETTEMBRE 2008

Produzione
La produzione di miele è ormai terminata, restano da completare le sole due produzioni autunnali dell’eucalipto in Calabria e del corbezzolo in Sardegna. Le produzioni sembrano nella media ma è ancora presto per dirlo, dato che la smielatura non è stata ancora completata.

Mercato
Il mercato del miele è abbastanza dinamico e si sta chiudendo la forbice tra i prezzi all’ingrosso e quello tra apicoltori, in quanto quest’ultimi hanno rallentato la richiesta.
I prezzi sono comunque in aumento, considerata la scarsità di miele sul mercato nazionale e anche su quello internazionale. Il miele di acacia è stabilmente sopra i 4,5 Euro/kg, con punte vicine ai 5 Euro/kg. In aumento anche i mieli scuri come il castagno e la melata: il primo è quotato intorno ai 3,60/3,70 Euro/kg, mentre la melata sui 3,40 Euro/kg. Bene anche il miele di agrumi, vicino ai 4 Euro/kg.
Da registrare che alcuni mieli come il tiglio, praticamente introvabili, spuntano prezzi molto elevati, anche superiori ai 4 Euro/kg.
Resta alta la richiesta di famiglie di api, nonostante la stagione inoltrata, con prezzi stabilmente alti (100 Euro).

Altre informazioni
Abbastanza allarmante la situazione relativa alla varroa, che sembra avanzare anche negli allevamenti non biologici. E’ presto per dirlo ma potrebbe rivelarsi il “nuovo” problema sanitario.

AGOSTO 2008

Produzione
Anche considerando le ultime produzioni, come i millefiori estivi, la melata e l’erba medica, la produzione di miele del 2008 si sta rivelando scarsissima. I motivi sono stati decritti nei mesi precedenti nel dettaglio, ma le due cause principali sono state la mortalità e gli spopolamenti degli alveari, che hanno ridotto del 50% la capacità produttiva nazionale e la produzione per alveare su quasi tutti i mieli, bassissima. E’ dunque in gran parte confermato che la produzione non supererà le 5-6 mila tonnellate.

Castagno
Confermata la scarsa produzione per il miele di castagno che, nelle zone vocate del Nord e al Centro, non è andato oltre i 10-15 kg/alveare di media. Migliore invece in alcune regione del Sud, come la Calabria (18-20 kg/alveare), la Campania e la Sicilia (20-25 kg/alveare).

Millefiori estivi
La media nazionale dovrebbe fermarsi intorno ai 5 kg/alveare. Quasi nulli i raccolti in Piemonte e Lombardia. Un po’ meglio nel Bolognese e nel Modenese (10 kg/alveare). Di poco inferiore in Romagna (5-10 kg/alveare). Il Toscana la produzione è stata molto scarsa sia per il chiaro sia per il millefiori scuro, con una media di 5-10 kg/alveare.

Erba medica
Medie produttive intorno ai 5-10 kg/alveare, in Piemonte e Lombardia. Nel Bolognese meglio, specie nelle zone irrigue da seme, con produzione fino a 20 kg/alveare. Quasi nulla (5 kg/alveare), la produzione in Toscana.

Eucalipto
In Sardegna, dopo un buon inizio (fino a 25 kg/alveare ad Oristano), la produzione è precipitata, fermandosi ad una media di 10-12 kg/alveare. In Calabria e Basilicata la media è stata di circa 10 kg/alveare. In Sicilia produzione quasi nulla. Bene nell’Agro Pontino, come già riferito nel mese scorso.

Melata
In Piemonte e Lombardia la media è stata di circa 10 kg/alveare, con punte 15-18, ma solo nelle zone più fresche e umide. Altrove produzione quasi nulla. Nel Novarese solo 5 kg/alveare. Scarsa la produzione anche nel Bolognese, con punte appena superiori ai 10 kg/alveare. Ancora peggio in Romagna (5 kg/alveare). In Toscana la produzione è stata scarsa e irregolare, in qualche caso nulla. Anche dove si è prodotta la media è di soli 5-10 kg/alveare.

Mercato
Il mercato è spezzato resta spezzato in due: le grosse transazioni sono ancora scarse ma con prezzi comunque in aumento. “Frenetico” e con prezzi doppi rispetto all’anno passato, il mercato delle piccole transazione, specie tra produttori. Se per le grosse partite (oltre 3 tonnellate) il prezzo del miele di acacia è di 4,5 Euro/kg, vendendo qualche quintale si possono spuntare anche 5,50-6 Euro/kg. E il discorso vale per tutti i mieli. Sono ormai pochi i mieli che vengono quotati a meno di 3,50 Euro/kg, ed anche il millefiori e la melata superano i 3 Euro/kg all’ingrosso.

Problemi sanitari e varie
Novità sugli avvelenamenti non ne sono state segnalate, e l’ultima moria diffusa sembra essere stata quella coincidente con la fioritura del mais. Dal punto di vista sanitario resta invece il problema varroa, ancora molto diffusa anche se meno evidente rispetto al 2007.
Confermati i problemi in molte zone causate dalla “fame” delle famiglie: un pensiero in più per questo fine di stagione.

LUGLIO 2008

Produzione
La produzione estiva sta confermando un’annata estremamente negativa. Da una prima stima di massima, ottenuta con le r
ilevazioni condotte fino a luglio, la produzione di miele nel 2008 è inferiore di circa il 50% a quella media: l’elevata mortalità invernale delle famiglie, i successivi diffusi fenomeni di avvelenamento e conseguente spopolamento degli alveari hanno ridotto fortemente il patrimonio apistico italiano. Con una buona approssimazione si può stimare che solo poco più della metà degli alveari italiani (stima alveari in produzione 2006-2007 1.200.000) siano in piena produzione. I restanti o sono stati persi per i problemi suddetti, oppure le famiglie di api sono talmente deboli e poco sviluppate da non riuscire a produrre miele. A questa situazione si aggiunge l’annata disastrosa per quasi tutti i mieli – in gran parte causata dalle avversità meteorologiche – che hanno limitato pesantemente il raccolto fino ad annullarlo per alcuni mieli o in talune aree. Mieli come l’acacia e gli agrumi, che nelle annate favorevoli consentono raccolti anche di 50 kg/alveare, hanno raggiunto a stento medie di 10-15 kg/alveare. Il calo produttivo è perciò evidentissimo e si stima che la produzione del 2008 – salvo una ripresa per mieli estivi-autunnali – non supererà le 5 mila tonnellate.
Vi sono aree produttive nelle quali tutte le produzioni sono particolarmente carenti come nel caso di Toscana, in particolare nella provincia di Arezzo.

Castagno
Dopo un buon inizio, la produzione di questo miele ha deluso gran parte dei produttori, soprattutto al Nord in quanto le alte temperature hanno determinato un accorciamento della raccolta. Nelle zone tipiche di produzione del Nord-Ovest la media è stata di 10-15 kg/alveare con punte di 20 kg/alveare alle quote più alte. Molto simile nel Nord-Est e in Toscana. Migliore invece la produzione in alcune regioni del Sud, come la Calabria, dove si raggiungono i 25 kg/alveari, la Basilicata, la Campania e la Sicilia (20-25 kg/alveare).

Tiglio
Pessima annata per questo miele. Produzione quasi nulla in pianura e scarsissima in montagna. Nelle zone migliori le medie giungono a 8-10 kg/alveare.

Girasole
Le produzioni sono state medio-scarse. Le medie produttive sono intorno ai 10-15 kg/alveare.

Millefiori
Produzioni molto basse quasi ovunque, salvo in poche limitate zone, come il Ferrarese, la Romagna e parte della Toscana. Spesso la produzione di millefiori si alza per l’apporto della medica, di altre foraggere e di girasole.

Millefiori di montagna
Produzioni praticamente assenti salvo limitate zone, come l’Appennino cuneese.

Rododendro
Produzione praticamente assente in molte aree vocate ad eccezione di qualche zona nord-occidentale con punta produttiva massima intorno a 10-12- kg/alveare.

Eucalipto
E’ uno dei pochi mieli che quest’anno sembra dare qualche soddisfazione. Bene nelle zone vocate come il Lazio e la Sardegna, con medie di 30 e anche 40 kg/alveare. Più scarso il raccolto in Sicilia (10-15 kg/alveare) e nelle altre regioni del Sud.

Melata
La produzione è appena iniziata e l’annata sembra favorevole. In alcune zone si è già raggiunta una produzione intorno ai 20 kg/alveare. La produzione è tuttora in corso.

Mercato
Il mercato è praticamente diviso in due: le grosse transazioni sono quasi assenti, per diversi ordini di motivi: in primo luogo negli apicoltori prevale l’aspettativa di buoni prezzi per la scarsa produzione, in secondo luogo perché gli stessi apicoltori spuntano prezzi alti da altri apicoltori per partite piccole.
Infine i grossisti che nel 2007 hanno riempito i magazzini possono permettersi di rimandare gli acquisti.
Di contro è molto attivo il mercato tra produttori per partite piccole a prezzi molto alti. Gli apicoltori che vogliono mantenere la propria clientela sono infatti costretti a comprare miele da chi ha la fortuna di averlo prodotto. In questo caso i prezzi superano anche i 4-5 Euro al kg per quasi tutti i mieli. Tra le poche transazioni per partite grosse, da segnalare il miele di acacia a 4,5 Euro/kg e quello di arancio a 4 Euro/kg.
Attivissimo il mercato delle regine, con prezzi elevati (superiori ai 10 Euro), a causa dell’altissima richiesta da parte degli apicoltori che vogliono ripristinare le famiglie decimate nel corso della stagione.

Problemi sanitari e varie
Dopo i drammatici sviluppi registrati nelle precedenti rilevazioni, riguardo il fenomeno degli spopolamenti, sviluppi che hanno sostanzialmente dimezzato il patrimonio apistico in condizioni di efficienza produttiva, in questa fase non si registrano ulteriori eclatanti segnalazioni. Vengono comunque segnalate ulteriori morie in prossimità di campi di mais, soprattutto in Romagna.
Molti e diffusi i casi di peste europea che in questa stagione sembra essere il problema più grave.
Segnalata la presenza di varroa, anche se in misura minore rispetto alla disastrosa stagione passata.
Altri problemi sono derivati dal prolungatissimo fenomeno della sciamatura, che è proseguito per diversi mesi quasi senza interruzione.
Infine, confermata la mortalità per fame di molte famiglie nei mesi di maggio e giugno, nonostante in moltissimi casi gli apicoltori abbiano alimentato artificialmente le api.

GIUGNO 2008

MERCATO

Il mercato del miele in Italia è caratterizzato da tre macrofenomeni:

    * Prima dell’avvio della nuova produzione si sono svuotati i magazzini e sono praticamente nulle le giacenze invendute di prodotto 2007 nei magazzini dei produttori apistici;
    * un aumento consistente dei prezzi coerente con l’incremento delle quotazioni internazionali e una inusuale, in questo periodo, domanda per i mieli di acacia, agrumi e anche millefiori;
    * il moltiplicarsi degli scambi per piccole partite fra apicoltori; gli apicoltori più penalizzati dal maltempo sono disponibili ad acquistare partite di acacia per mantenere i loro clienti e lo fanno a prezzi altissimi. Per piccole partite, da 6 a 40 quintali, sono stati pagati fino a 5,00 euro/kg.

A parte queste punte estreme i prezzi sono in rialzo considerevole, il prodotto è scarso o scarsissimo e trova immediatamente una buona collocazione sul mercato.
Continua il rialzo dei prezzi anche per sciami, famiglie e api regine.

ANDAMENTO PRODUTTIVO

A smielatura primaverile conclusa viene confermata la scarsissima produzione dei due mieli particolarmente importanti per l’apicoltura italiana: l’agrumi e l’acacia.
Il maltempo protrattosi per circa un mese, ed oltre, ha danneggiato gravemente queste produzioni ed anche le fioriture successive arrivando a determinare un fenomeno rarissimo nel mese di giugno: il consumo di tutte le scorte dei nidi delle famiglie d’api e quindi mortalità o stati di stress delle famiglie che gli apicoltori hanno cercato di fronteggiare con nutrizioni di soccorso.

Acacia
Il maltempo è intervenuto quando le fioriture erano avviate da poco riducendo, di fatto, a 3-4 giorni la stagione produttiva nelle aree vocate alle quote più alte.
Negli areali di pianura, con fioritura anticipata, si raggiungono le “migliori produzioni”.
In particolare le produzioni nelle diverse aree:
Lombardia
. l’andamento produttivo nelle aree di pianura raggiunge 20-25 kg/alveare con punte di 25-30 kg/alveare. In collina la produzione media è di 4-8 kg/alveare quindi annullata o quasi.
Emilia-Romagna
. anche qui la situazione è migliore in pianura e bassa collina con produzioni che raggiungono i 20-25 kg/alveare, anche 30 kg/alveare in Romagna, mentre sull’Appennino emiliano il raccolto medio non va oltre 10 kg/alveare ad eccezione di qualche isolato areale che giunge a 15-20 kg/alveare.
Piemonte
La produzione risulta molto variabile:
. nelle zone più tardive la produzione è sostanzialmente nulla
– nelle zone collinari produzioni medie intorno ai 10 Kg
. nelle zone più precoci, pianura e bassa colina, la produzione va da 15 a 20 kg/alveare.
La produzione media in Piemonte si aggira sotto i 10 kg/alveare.
Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Toscana
. lo scenario descritto per le Regioni Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna vale anche per il Triveneto e la Toscana, con qualche penalizzazione in più.
Scarso il raccolto anche in Umbria mentre alcuni limitati areali laziali e del centro sud si sono realizzate buone produzioni

Agrumi
– si conferma un andamento produttivo pessimo in Sicilia con medie stimate intorno a 5-6 kg/alveare;
– in Calabria, Basilicata, Puglia e Campania la produzione ha raggiunto medie intorno a 8-12 kg/alveare, con qualche areale maggiormente penalizzato.

Tarassaco
Produzione praticamente inesistente anche perché gli apicoltori hanno preferito spostare gli alveari per evitare gli avvelenamenti mentre oltre 50.000 alveari rimasti nella pianura padana dal Piemonte al Friuli V.G. sono stati colpiti da spopolamento e di conseguenza non hanno prodotto.

Millefiori primaverili
Anche questo raccolto è stato particolarmente scarso sia anche per i fenomeni succitati di fuga dagli areali produttivi e di spopolamenti diffusi al Nord e sia per l’andamento meteorologico avverso.

Tiglio
Molto scarsa la produzione in Romagna a causa del maltempo.
Risulta migliore il raccolto nelle zone più tardive.

Castagno
E’ in atto una buona partenza del raccolto.
La speranza è che non si stabilizzino le attuali alte temperature che potrebbero “bruciare” la fioritura e quindi penalizzare la produzione.

Eucalipto
Pessima partenza della fioritura con scarsa o nulla secrezione nettarifera.

STATO DI SALUTE DELLE FAMIGLIE

    * in miglioramento lo stato delle famiglie colpite da spopolamenti, soprattutto al sud, migliorano in particolare le famiglie degli apiari in prossimità del castagno, il miglioramento è registrato anche per le famiglie sull’eucalipto nonostante il raccolto, per ora, sia scarsissimo;
    * confermati gli spopolamenti per avvelenamento anche dopo le semine di mais, in particolare per le bottinatrici che hanno visitato o semplicemente sorvolato campi, trattati con insetticidi, di patata, bietola, cipolla, sorgo, melone, zucchine, zucche e cocomeri. Un primo avvelenamento grave segnalato in Piemonte a seguito di irrorazioni con elicottero, non autorizzate, su vigneto. Ora vengono segnalati anche danni alle api in corrispondenza delle colture da seme: radicchio, ravanello ed altre, in particolare nel cesenate;
    * è partito assai presto ed è perdurato in modo inusuale e fortissimo il fenomeno della sciamatura;
    * preoccupante presenza di varroa generalizzata, sia pure con diversa intensità su tutto il territorio nazionale;
    * crescenti, diffuse e particolarmente virulente le manifestazioni di peste europea;
    * il maltempo ha indebolito e in qualche caso ridotto alla fame le famiglie a fine maggio fino a oltre metà giugno.

ALTRE SEGNALAZIONI

Sulla Gazzetta ufficiale n. 133 del 9-6-2008, supplemento ordinario n. 145, è stato pubblicato il Decreto 7 maggio 2008 del Ministero della salute che dispone la modifica delle etichette dei fitofarmaci a base di Imidacloprid, Thiametoxam e Chlotianidin consentendone la utilizzazione senza limitazioni nelle diverse modalità.

MAGGIO 2008

MERCATO
Il mercato continua ad essere caratterizzato da una quantità ridotta di scambi, tale situazione è determinata dalla preoccupazione degli apicoltori di avere poco raccolto disponibile nella stagione produttiva appena avviata, a causa degli spopolamenti, ed anche per la scarsa produzione dei due mieli per i quali si stanno ultimando le operazioni di smielatura (acacia e agrumi). I prezzi, per le partite trattate, sono in leggero aumento per i mieli di agrumi e di acacia. Sostenuto, con prezzi in aumento, il mercato di regine, sciami e famiglie per la necessità di recuperare il patrimonio apistico perso.
Le regine sono quotate intorno ai 9 Euro l’una, gli sciami 60/70 Euro e le famiglie a 90 Euro.

ANDAMENTO PRODUTTIVO
L’avvio della stagione produttiva è stato contraddistinto da un andamento negativo determinato sia dal ridotto numero di famiglie in condizioni di piena efficienza sia dalle condizioni meteoclimatologiche avverse.
I due mieli particolarmente importanti per i quali la stagione produttiva è sostanzialmente conclusa sono l’agrumi e l’acacia.
Le operazioni di smielatura a tutt’oggi (30 maggio 2008) non sono del tutto terminate, tuttavia la rete di rilevazione dell’Osservatorio è in grado di presentare prime stime produttive che saranno verificate per divulgare un rapporto conclusivo a fine giugno.

Acacia
In molte aree vocate il maltempo è intervenuto quando le fioriture erano avviate da poco riducendo, di fatto, a 3-4 giorni la stagione produttiva.
Risultano meno penalizzate le aree a fioritura più anticipata.

In particolare le produzioni nelle diverse aree:
Lombardia
. Lecco, la partenza in ritardo della fioritura ha determinato una ridottissima produzione: 3-4 kg/alveare
. meno grave l’andamento nel ticinese: 20-25 kg/alveare e in altre aree di pianura e bassa collina: 25-30 kg/alveare.
Emilia-Romagna
. analogamente alla Lombardia la situazione è migliore in pianura e bassa collina con produzioni che raggiungono i 30 kg/alveare mentre sull’appennino emiliano non si va oltre 15 kg/alveare ad eccezione di qualche isolato areale che giunge a 20 kg/alveare.
Piemonte
La produzione risulta molto variabile:
. nelle zone più tardive la produzione è sostanzialmente nulla
. nelle zone più precoci, pianura e bassa colina, la produzione è stimata da 15 a 20 kg/alveare.
La stima della produzione media in Piemonte si aggira intorno a 10 kg/alveare.
Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Toscana
. lo scenario descritto per le Regioni Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna vale anche per il triveneto e la Toscana.
Scarso il raccolto anche in Umbria.

Agrumi
– andamento produttivo pessimo in Sicilia con medie stimante intorno a 5-6 kg/alveare;
– produzione sostanzialmente nulla nella piana di Gioia Tauro (Calabria);
– in altre zone vocate della Calabria la produzione ha raggiunto medie intorno a 8-12 kg/alveare.

Tarassaco
Produzione praticamente inesistente anche perché gli apicoltori hanno preferito spostare gli alveari per evitare gli avvelenamenti. Preoccupazione fondata come dimostra la perdita delle famiglie lasciate in zona, soprattutto in Piemonte.

Millefiori primaverili
Anche questo raccolto è stato particolarmente scarso sia per lo stato delle famiglie sia per l’andamento meteorologico avverso.

STATO DI SALUTE DELLE FAMIGLIE
Dopo gli episodi di spopolamento coincidenti con il periodo delle semine di mais (vedi rapporti precedenti) sono state riscontrate le seguenti criticità:
– fortissimo fenomeno di sciamatura diffuso a macchia di leopardo su tutto il territorio nazionale (nord, centro e sud);
– considerevole presenza di peste europea, a volte comparsa in ritardo, sia al nord che al sud;
– avvelenamenti consistenti di api in Calabria in concomitanza con trattamenti a base di Lannate e Confidor sugli agrumi;
– avvelenamenti di api in api
ari situati presso colture di cocomeri, zucche, zucchine, barbabietole, cipolle. Anche le sementi di tali colture risultano confettate con neonicotinoidi. Sulle patate vengono effettuati interventi insetticidi a base di Confidor. Il fenomeno riguarda la generalità del territorio agricolo a vocazione orticola con particolare riferimento alle province di Bologna, Ferrara e Ravenna;
– segnalata presenza a macchia di leopardo di nosema e, in qualche caso, di virosi non identificate;
– in Toscana viene segnalata una incidenza sopra la norma di peste americana.

ALTRE SEGNALAZIONI
– I rilevatori segnalano una impennata dei costi dei trasporti dovuti a due fattori, oltre all’aumento del costo del gasolio, le avverse condizioni meteorologiche costringono gli apicoltori a moltiplicare le visite agli apiari. Per i nomadisti ciò significa la percorrenza aggiuntiva di molte centinaia dei chilometri, a volte migliaia.
– Oltre alla Germania anche la Slovenia ha sospeso l’uso delle molecole: Thiamethoxan, Imidacloprid, Clothaniarin. I primi avvelenamenti si sono registrati a metà maggio e oltre ad aver già sospeso l’uso di queste sostanze nel giro di pochissimi giorni hanno creato un fondo per risarcire gli apicoltori danneggiati. La Germania prima del provvedimento ha chiesto di visionare i nostri dossier.

APRILE 2008

Mercato
Il mercato continua ad essere caratterizzato da una quantità ridotta di movimenti e da partite di piccole dimensioni. L’andamento a rilento, tipico di questa stagione, è accentuato dalla preoccupazione degli apicoltori di avere poco raccolto disponibile nell’imminente stagione produttiva, a causa degli spopolamenti. Al sud ciò è aggravato dal pessimo andamento produttivo del miele di agrumi. Il numero degli scambi è quindi ulteriormente ridotto. I prezzi, per le poche partite trattate, sono in leggero aumento rispetto a quelli dei mesi precedenti. Molto attivo il mercato di regine, sciami e famiglie, con prezzi in aumento. La necessità di recuperare il patrimonio apistico perso durante l’inverno, soprattutto al Nord, ha fatto aumentare in modo consistente le richieste e le prenotazioni per l’inizio di stagione (coincidenti col raccolto di acacia) e anche per i mesi successivi.
Le regine sono quotate intorno ai 9 Euro l’una, gli sciami 60/70 Euro e le famiglie a 90 Euro.

Stato delle famiglie – allerta avvelenamenti
La situazione si conferma allarmante nelle aree pianeggianti della Pianura padana, in coincidenza con la semina del mais sono state registrate perdite elevatissime e il fenomeno progredisce ancora con l’avanzare delle operazioni di semina. Sono già stimabili in circa 50.000 gli alveari colpiti da spopolamento che, quindi, non potranno produrre miele.
Da quando sono iniziate le semine del mais nella pianura padana sono pervenute all’Osservatorio le prime segnalazioni di gravi fenomeni di spopolamento.
In seguito l’andamento climatico differenziato nelle regioni e nei territori ha molto influito e probabilmente interagito con l’esposizione delle api alla dispersione di sostanze tossiche. In un primo momento i danni più significativi si sono verificati nel nord ovest per poi manifestarsi in modo significativo anche al nord est in particolare nella provincia di Udine. In Veneto le piogge e un elevato livello di umidità hanno invece attenuato i danni.
Solo per una parte degli apiari colpiti ci risulta sia stata fatta segnalazione alle autorità sanitarie.
Le rilevazioni puntuali fin qui raccolte riguardano apicidi nei seguenti territori comunali per un totale di 174 comuni:

Lombardia
Milano: Milano, Robecco sul Naviglio, Parabiago, Nerviano, Ozzero, Cisliano, Abbiategrasso, Corbetta, Morimondo, Locate Triulzi, Carpiano
Cremona:Cremona, Casalmaggiore, Soresina, Crema, Castellone, Gerre dè Caprioli, Pieve d’Olmi, Cingia de’ Botti, Pavia, Montebello della Battaglia, Casteggio
Mantova: Dosolo, Marcaria, Castellucchio, Guidizzolo, Volta Mantovana, Goito, Borgoforte, Volta Mantovana, Ceresara
Brescia: Rezzato, Gussago, Poncarale, Castegnato, Rovato, Ospitaletto, Pralboino, Gottolengo, Castenedolo, Calcinato, Bagnolo Mella, Chiari, Rodengo Saiano, Camignano
Bergamo: Ciserano, Grassobbio, Misano Gera d’Adda, Brembate
Lodi: Zelo Buon Persico, Cervignano d’Adda
Varese: Binate, Comerio

Piemonte
Torino: Chivasso, Foglizzo, Vische, Mazze’, Caluso, Azzeglio, Parella, Candia Canavese, Barone Canavese, Villar Perosa, Lusigliè, Feletto, Bosconero, Borgomasino, Verolengo, Favria, Settimo Torinese, Bricherasio, Mercenasco.
Alessandria: Alessandria, Casale Monferrato, Valenza, Pecetto Di Val., Camagna Monf., Borgomasino, Terruggia, Ozzano, Bozzole, Rosignano, Pomaro, San Salvatore, Treville, San Giorgio Monf., Masio, Castelnuovo Scrivia, Vignale Monf., Felizzano, Frugarolo, Bosco Marengo, Capriata d’Orba, Fresonara, Lu Monferrato, Pontestura, Mombello.
Asti: Asti, Revigliasco, San Damiano d’Asti, Vercelli, Cigliano.
Cuneo: Cuneo, Savigliano, Barge, Villanova Solaro, Revello, Moretta, Saluzzo, Marene, Centallo, Cervere, Fossano, S. Albano Stura, Morozzo, Mondovì, Paesana, Peveragno, Sant’Albano Stura, Villanova Solaro.
Novara: Novara, , Oleggio, Bellinzago, , Cameri, Briga Novarese, , Marano Ticino, , Fontaneto d’Agogna, , Trecate, , Mezzomerico, , Briga Novarese, , Pombia, , Galliate, , Sozzago, , Romentino, ,

Emilia Romagna
Piacenza:  Fiorenzuola d’Arda, Bettola, Castell’Arquato, Gropparello, Ponte dell’Olio, Borgonuovo Val Tidone, Cortemaggiore, Podenzano, Ziano Piacentino
Parma: Soragna, Fidenza,

Veneto
Padova: Arquà Petrarca , Limena
Treviso: Montebelluna, Paese, Castelfranco Veneto
Verona: Angiari

Friuli Venezia Giulia
Udine: Udine, Mortegliano, Castions di Strada , Rivignano , Bertiolo, Codroipo , Pozzuolo del Friuli, Martignacco, Fagagna, Pasian di Prato, Campoformido, Pradamano, Sedegliano, Mereto di Tomba, Basiliano, Lestizza, Talmassons, Coseano, Flaibano, Povoletto, Tricesimo, Reana di Rojale, Premariacco, Remanzacco

Per le prime segnalazioni l’assoluta contemporaneità con le semine ha messo in connessione l’esposizione dell’ape alla necessità di raccolta di nettare, polline, acqua e in particolare di rugiada contaminati da polveri tossiche disperse da concianti di semi.
Purtroppo sono da segnalare anche importanti morie di api di campo nella prima decade di aprile pure in presenza di cattivo tempo e piogge che hanno fortemente limitato le attività di volo e di raccolta delle api.
L’apprensione e la preoccupazione degli apicoltori per la ripresa delle operazioni di semina sono elevatissime anche per la necessità di collocare gli apiari, molti dei quali precipitosamente spostati in collina o montagna per cercare scampo, nelle zone di fioritura anticipata dell’acacia in pianura e quindi in zone di significativa importanza maidicola. C’è in effetti un grave rischio che in contemporanea con le prime fioriture dell’acacia previste per i primi di maggio riprendano le morie delle api.
Da varie regioni: Piemonte, Lombardia, Toscana, Abruzzo e Calabria pervengono segnalazioni inoltre per diffusi problemi di peste europea e difficoltà di sviluppo delle famiglie d’api.
La novità più evidente, oltre all’espandersi delle aree danneggiate al nord, è la rilevazione di danni significativi anche al Sud. Oltre a spopolamenti derivanti dall’uso di neonicotinoidi in aree frutticole, in particolare nei pescheti contigui agli agrumeti come ad esempio nell
a piana di Sibari, vanno segnalati danni notevoli da peste europea.
I danneggiamenti all’apicoltura nel centro-sud, per le particolarità che presentano e per il fatto che sono comparsi recentemente richiedono ulteriori approfondimenti sul piano quali-quantitativo.

Avvio della stagione produttiva
Al sud la situazione è dominata da un andamento negativo o molto negativo, nella produzione del miele di agrumi, in Calabria, Basilicata e Puglia. La fioritura di agrumi è iniziata da circa 15 giorni e siamo a circa una settimana dalla fine; la forte escursione termica fra il giorno e la notte determina una produzione scarsa o molto scarsa anche se le famiglie produttive sono in buono stato. Le prime stime valutano la produzione in una forbice compresa tra i 15 e i 30 kg/alveare.
In Sicilia la produzione di miele di agrumi è ancora peggiore.
Si sta avviando la produzione di miele di acacia ma è troppo presto per azzardare delle stime.

MARZO 2008

Mercato
Il mercato è caratterizzato da una quantità ridotta di movimenti e da partite di piccole dimensioni. I prezzi sono stabili, o in leggero aumento, rispetto a quelli dei due mesi precedenti. Le giacenze di magazzino sono limitate e solo per alcuni mieli chiari. Molto attivo il mercato di regine, sciami e famiglie, con prezzi in aumento per questi ultimi. La necessità di recuperare il patrimonio apistico perso durante l’inverno, soprattutto al Nord, ha fatto schizzare le richieste e le prenotazioni non solo per l’inizio di stagione (coincidenti col raccolto di acacia), ma anche per i mesi successivi.
Le regine sono quotate intorno ai 9 Euro l’una, gli sciami 60/70 Euro e le famiglie a 90 Euro.

Stato delle famiglie – allerta avvelenamenti
Decine di migliaia gli alveari colpiti da spopolamento in coincidenza con la semina di mais.
La situazione è allarmante nelle aree pianeggianti della Pianura padana, in coincidenza con la semina del mais sono state registrate nuove perdite elevatissime. Anche se servirà un’analisi più circostanziata sono già stimabili in alcune decine di migliaia gli alveari colpiti.
Solo per una parte è stata registrata la segnalazione alle autorità sanitarie.

Le rilevazioni fin qui raccolte riguardano in particolare le province di:
Milano, con i Comuni di Robecco sul Naviglio, Nerviano-Parabiago, Ozzero, Cisliano, Abbiategrasso, Corbetta, Morimondo
Cremona, con i Comuni di Cremona, Casalmaggiore, Soresina, Crema, Castelleone
Mantova, con i Comuni di Dosolo, Marcaria, Castellucchio, Guidizzolo, Volta Mantovana, Goito, Borgoforte, Ceresara
Brescia, con i Comuni di Capodimonte e Rezzato, Rovato, Ospitaletto, Pralboino, Gottolengo, Castenedolo, Calcinato, Bagnolo, Gussago, Poncarale, Castegnato, Chiari, Rodengo Saiano, Camignano
Bergamo, con i Comuni di Ciserano, Grassobbio, Misano Gera d’Adda
Lodi, con i Comuni di Zelo Buon Persico, Cervignano d’Adda
Varese, con i Comuni di Bienate, Comerio
Torino, con i Comuni di Chivasso, Foglizzo, Vische, Mazze’, Vignale, Caluso, Azzeglio, Parella
Alessandria, con i Comuni di Alessandria, Masio, Casale Monferrato, Valenza, Pecetto di Val., Camagna Monf., Borgomasino, Terruggia, Ozzano, Bozzole, Rosignano, Pomaro, San Salvatore
Cuneo, con i Comuni di Savigliano, Barge, Villanova Solaro, Revello, Moretta, Saluzzo, Marene, Centallo, Cervere, Fossano, S. Albano Stura, Morozzo, Oleggio
Per l’Emilia-Romagna i danni sono particolarmente evidenti nel piacentino. Perdite non esattamente quantificate anche in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Toscana.

In molte aree si tratta di un vero e proprio “apicidio”, tanto sono elevate le perdite di api. La quasi totalità delle morie si è manifestata in stretta ed evidente connessione con l’uso di sementi di mais conciate con neonicotenoidi e distribuite con seminatrici pneumatiche.
In qualche caso la responsabilità sembra conseguente ad altri trattamenti insetticidi.
Gli apicidi drammatici di questi giorni si aggiungono alle ingenti perdite invernali, segnalate nei mesi scorsi, con il risultato che in molte aree non ci saranno api in grado di raccogliere miele e d’impollinare le specie vegetali spontanee e coltivate, con prevedibili ingenti danni per l’agricoltura. Le perdite maggiori riguardano gli allevamenti biologici, nei quali è stata persa circa la metà del patrimonio nazionale.
Anche questo è un aspetto importante: il miele biologico si è guadagnato faticosamente una buona reputazione e una discreta preferenza di mercato con il riconoscimento di un buon differenziale di prezzo, tutto questo rischia di andare perduto.

Situazione produttiva
Nelle aree indenni dagli avvelenamenti va segnalata una buona riprese delle famiglie che con fatica hanno superato l’inverno. Relativamente buona la situazione in Emilia-Romagna, se si esclude la parte più occidentale, grazie anche alle buone e anticipate fioriture, specie dei fruttiferi. Buona la situazione anche in tutta la fascia collinare e di prima montagna nel Nord-Est. Favorevole anche la situazione nelle regioni centrali, specie in Abruzzo, dove le famiglie, grazie alle abbondanti fioriture, si sono sviluppate con vigore.
Al Sud la situazione è abbastanza diversificata, con un buono sviluppo delle famiglie e primi raccolti per colture come ciliegio, rosmarino e altre tipologie minori. Preoccupante l’avvio della stagione degli agrumi, specie in Calabria, colpita sul finire di febbraio da gelate diffuse che hanno ritardato la fioritura, costringendo in alcuni casi gli apicoltori ad alimentare artificialmente la api.
In Sardegna la situazione è confortante al Sud, dove le famiglie hanno svernato senza particolari problemi e hanno già iniziato la raccolta di miele. I problemi vengono dall’estrema variabilità climatica, caratterizzata da una spiccata ventosità e scarsità di precipitazioni, elementi che potrebbero creare problemi nei prossimi mesi. Nel Centro Nord dell’isola la situazione è più critica, soprattutto per le elevate perdite invernali, non paragonabili a quelle del Nord-Italia, ma comunque consistenti.

Note
In questo inizio di stagione, negativo su più aspetti, bisogna registrare anche un considerevole aumento dei furti di alveari rispetto alla norma: segnalazioni provengono da tutta Italia, ed in particolare dalle zone che nell’inverno hanno avuto le perdite più consistenti.

FEBBRAIO 2008

Mercato
Il mercato è caratterizzato da un numero ridotto di scambi e da partite di modeste dimensioni. I produttori sembrano attendere che l’avvio della nuova stagione definisca la capacità produttiva nella convinzione che la domanda sarà sostenuta, in virtù del numero ridotto di famiglie che prevedibilmente saranno produttive e dell’andamento negativo della produzione argentina. Di contro è molto attivo invece il mercato fra produttori, soprattutto fra i piccoli, che hanno praticamente terminato le scorte. Salvo un leggero aumento dei prezzi per i mieli di acacia e soprattutto di castagno, i prezzi sono sostanzialmente quelli del mese passato.
Continua la richiesta, molto consistente, per famiglie, sciami e regine, per far fronte alle elevate perdite di api registrate durante l’inverno. Per gli sciami i prezzi (delle prenotazioni) sono in aumento, mediamente intorno ai 70 Euro.

Situazione produttiva e delle famiglie
Ancora ferma la produzione, c’è forte preoccupazione per la ripresa della stagione, considerate le elevate perdite di famiglie registrate sia nel periodo produttivo dello scorso anno e, ancora di più durante il ri
poso invernale. Il fenomeno dello spopolamento degli alveari è stato consistente e diffuso in gran parte dell’Italia settentrionale ed anche centrale, e non solo negli allevamenti biologici. Il fenomeno è caratterizzato da una grande variabilità sul territorio nazionale e anche nello stesso areale coesistono incidenze molto diverse del danno. Si va comunque dal 10-15% in diversi areali di Toscana e Abruzzo al 40-50% (Piemonte, Lombardia), con punte anche dell’80-90% (nel Nord-Est). Gli spopolamenti sono il risultato di una serie di concause a partire dalla causa scatenante dovuta all’utilizzo di prodotti fitosanitari a base di neonicotinoidi nelle operazioni di semina.
Va segnalato che le famiglie superstiti sembrano in buone condizioni sia pure di dimensioni ridotte, una condizione che appare del tutto recuperabile con una normale tecnica apistica, sempre che le condizioni meteoclimatiche lo consentano: i voli sono ripresi in anticipo rispetto al passato, e in alcune regioni come la Toscana, l’Abruzzo e in buona parte del Sud, è iniziata la raccolta di polline e nettare.

GENNAIO 2008

Mercato
Il mercato nel mese di gennaio mantiene una leggera tendenza al rialzo a causa dell’esaurimento delle scorte in magazzino per molti mieli, soprattutto quelli scuri. Buone le quotazioni anche per il miele di eucalipto e per quello di agrumi. Variabili i prezzi del miele di acacia che evidenzia una quotazione pari a 3,30 Euro/kg, con punte che superano quota euro 3,50.
Il mercato internazionale del miele è stabile, con ancora un leggero rialzo per le quotazioni del miele argentino, causato con ogni probabilità da una stagione pessima dal punto di vista produttivo. Pressoché esaurita la produzione dell’Est europeo.
In fermento anche il mercato di sciami e famiglie: benché la stagione non sia ancora cominciata la richiesta sembra essere molto alta a causa delle ingenti perdite invernali. Per gli sciami le offerte per la primavera variano tra i 70-80 Euro.

Situazione produttiva e delle famiglie
La produzione è ovviamente ferma per la stagione invernale. La situazione della famiglie è critica, con perdite che, in alcune aree, superano il 50%. Le regioni più colpite sono Piemonte, Lombardia, Emilia e buona parte del Nord-Est. Numerose segnalazioni anche da regioni come Toscana, Basilicata, Campania, Puglia e Calabria. I danni maggiori sono stati segnalati tra gli apicoltori bio (con perdite superiori al 50%). Danni tra il 20 e il 50% negli allevamenti tradizionali. Le cause sono molteplici, anche se peste e varroa sono gli imputati principali. Al Sud da segnalare anche una scarsità di scorte di miele negli alveari, che probabilmente costringerà a nutrire artificialmente le api.