ANDAMENTO METEOROLOGICO

 

Il primo mese dell’estate meteorologica si è concluso con dati di notevole rilevanza sia sotto il profilo delle precipitazioni che su quello delle temperature. Giugno 2022 risulta essere il secondo più caldo degli ultimi 100 anni, con una temperatura media superiore alla norma (periodo 1981-2010) di ben +3,4°C. I valori termici sono stati fortemente superiori alla media su tutto il territorio nazionale, sia per quanto riguarda i valori minimi che i massimi, ma con particolare riferimento all’Italia nord-occidentale, centrale e quella del versante adriatico del Sud. In particolare, le anomalie termiche più consistenti riguardano i valori massimi (+3,7°C rispetto alla media) i quali, durante due forti onde di calore, hanno toccato picchi elevatissimi infrangendo molti record di temperatura massima assoluta (il 27 giugno i termometri sono arrivati a toccare 40,3° C a Viterbo e 41°C a Firenze). L’anomalia nazionale di temperatura minima appare leggermente più contenuta risultando di +3,0°C (clicca qui per visualizzare la mappa delle anomalie di temperatura minima e massima). Il caldo ha dominato l’intero mese a parte una breve parentesi fresca alla fine della prima decade seguendo, peraltro, un mese di maggio altrettanto caldo e anomalo, anch’esso il secondo più caldo dell’ultimo secolo.

Non è andata meglio sul fronte delle precipitazioni, con un mese dal decorso estremamente secco su gran parte della Penisola, salvo alcuni eventi di precipitazioni intense occorse durante temporali ma poco utili per lenire la situazione di siccità. In particolare, le piogge del giugno 2022 sono state estremamente scarse sul centro-nord e sulle isole maggiori, mentre il deficit è apparso leggermente più contenuto al sud peninsulare. L’anomalia pluviometrica percentuale su base nazionale (clicca qui per visualizzare la mappa delle anomalie di precipitazione) è risultata di ben il -44%, tuttavia non ai livelli del giugno 2021 (-64%). Infatti, l’attuale stato di siccità che imperversa su buona parte della penisola, ha radici piuttosto lontane, rappresentando la somma di periodi assai poco piovosi avutisi sia nel 2021 che nel 2022, indicando una condizione di grave siccità idrologica.
A causa delle piogge scarse e altissime temperature unitamente a valori molto elevati di evapotraspirazione media giornaliera, il mese di giugno ha visto la siccità aggravarsi in tutta la penisola con conseguenze sull’intero settore agricolo. Le condizioni più critiche riguardano le regioni settentrionali a nord del Po, il Lazio, la Campania, la Puglia, la Calabria e la Sicilia. In particolare, su Piemonte, Lombardia e Lazio la percentuale della superficie affetta da siccità grave è vicina o anche superiore al 50%. 

 

Per le prossime due settimane (11-17 luglio e 18-24 luglio) non si prospetta alcun cambio di scenario. In particolare nella settimana dal 18 al 24 luglio si attendono temperature medie decisamente superiori alla norma del periodo, soprattutto al centro-nord ove si nota elevata probabilità di intense onde di calore. Le precipitazioni settimanali cumulate rimarrebbero molto scarse sull’intera Penisola, con anomalie negative più consistenti al centro-nord laddove proseguirebbe lo stato di siccità.

 

ANDAMENTO PRODUTTIVO

Nel mese di giugno gli apicoltori hanno posato i melari per i raccolti estivi ed effettuato le operazioni di smielatura dei raccolti primaverili. In linea generale le buone condizioni delle famiglie dovute ad un mese di maggio di disponibilità nettarifera hanno favorito l’attività delle api sulle fioriture di tiglio, castagno, coriandolo, ailanto ed altre essenze vegetali di inizio estate ma i raccolti hanno risentito delle alte temperature e della siccità. Visto lo scenario meteorologico, in molte zone del paese non si prevedono più raccolti rilevanti per il resto dell’estate e i prossimi mesi saranno potenzialmente critici.

Vediamo in particolare la situazione per regione sulla base dei dati raccolti dai rilevatori dell’Osservatorio: 

Valle d’Aosta
I raccolti di tarassaco, rilevati su diversi comuni della Provincia di Aosta, si sono attestati in media sui 14 kg/alveare con una variabilità compresa tra i 12 e i 17 kg/alveare. Dopo il tarassaco e prima di spostare gli alveari sulle fioriture di montagna gli apicoltori hanno potuto raccogliere circa 13 kg/alveare di miele millefiori. La fioritura del tiglio di montagna era iniziata molto bene, ma  l’aumento improvviso delle temperature l’ha rovinata in pochissimi giorni così da compromettere il raccolto che poteva essere decisamente più abbondante dei 9 kg/alveare mediamente registrati. Fa eccezione qualche zona in cui si sono raggiunte anche punte di 15 kg/alveare. Anche la fioritura del castagno ha risentito del grande caldo e i raccolti si sono attestati sui 16 kg/alveare in media, anche se in alcune zone la presenza anomala di altri nettari altera il sentore caratteristico del monoflora. Le prospettive per i millefiori di alta montagna e per il rododendro sono buone.

Piemonte
I dati aggiornati confermano per il miele di acacia una media produttiva di circa 17 kg/alveare, rilevata nelle province vocate di Alessandria, Biella, Novara, Torino, Vercelli e Cuneo. I risultati migliori sono stati ottenuti nelle province di Alessandria e Torino (22 e 18 kg/alveare di media rispettivamente) mentre la provincia di Cuneo è stata penalizzata dal forte sole che in alcune zone ha bruciato parte dei fiori nel pieno della fioritura, con una media produttiva di circa 9 kg/alveare. I raccolti di castagno e di tiglio di montagna sono ancora in corso ma le prime impressioni sono di rese medie intorno ai 10 kg/alveare.

Lombardia
Si conferma sostanzialmente il dato produttivo dell’acacia della scorsa rilevazione con una media di 12 kg/alveare rilevata nelle province vocate (Brescia, Cremona, Lodi, Mantova, Milano, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio, Varese) con una variabilità piuttosto ampia che va dai 7 ai 25 kg/alveare. La valutazione dei risultati produttivi è però complicata dal fatto che in alcune aree l’acacia è stata sporcata da flussi anomali di melata per cui non sempre il prodotto ottenuto risulta corrispondente agli standard qualitativi per questo monoflora.

Liguria
In Liguria sono state rilevate produzioni medie di 14 kg/alveare di miele di acacia in alcune zone della provincia di Genova e Savona. L’acacia è stata raccolta anche come componente del millefiori laddove non è stato possibile produrre un monoflora con rese generalmente scarse di circa 3 kg/alveare.  

Friuli Venezia Giulia
Nel periodo di fioritura dell’acacia, nelle province di Udine, Pordenone e Gorizia, sono stati raccolti circa 20 kg/alveare di miele di acacia. Tuttavia le operazioni di smielatura hanno rivelato che di questi, solo il 60% circa può essere considerata monofloreale mentre per il restante 40% si tratta di un raccolto di millefiori.

Veneto
Le produzioni di acacia rilevate nelle province vocate di Padova e Treviso sono di 15,5 kg/alveare prodotti in media con una forbice che va dai 13 ai 20 kg/alveare. Nella provincia di Padova e Venezia il tiglio di pianura ha reso in media 10 kg/alveare. La produzione è stata in parte compromessa dal caldo e in alcuni casi specifici sembra da spopolamenti degli alveari causati da trattamenti antizanzare effettuati nei viali cittadini. Il raccolto di miele di castagno è ancora in corso, ma si prevede una produzione media nelle aree vocate compresa tra i 10 e i 15 kg/alveare.

Trentino Alto Adige
I dati produttivi aggiornati per il miele di acacia sono di 10 kg/alveare prodotti in media nella provincia di Trento. I raccolti di tiglio e castagno sono ancora in corso.

Emilia-Romagna
I dati aggiornati sulla produzione di miele di acacia evidenziano una discreta variabilità produttiva e una media a livello regionale di circa 14 kg/alveare. I risultati migliori sono stati ottenuti in provincia di Piacenza dove sono state rilevate produzioni anche di 20 kg/alveare, mentre le rese più basse sono state registrate in provincia di Forlì-Cesena con rese di 8-10 kg/alveare. La produzione di tiglio di città è stata da scarsa a quasi nulla con i risultati migliori nella provincia di Piacenza dove le rese sono comprese tra i 5 e i 10 kg/alveari e produzioni inferiori nelle province di Forlì e Ravenna dove il tiglio si è mescolato ad altri nettari. I raccolti di castagno sono ancora in corso. 

Toscana
Si confermano i buoni raccolti di miele di acacia che nelle zone vocate si sono attestati su una media di poco inferiore ai 20 kg/alveare ma con una variabilità piuttosto ampia tra i 9 kg e i 25 kg/alveare. Successivamente all’acacia, le importazioni di nettare di tiglio, ailanto, rovo e melata, hanno consentito di produrre circa 15 kg/alveare in media di millefiori, ma soltanto negli areali di collina e in quota mentre in pianura e nelle zone costiere le produzioni sono state generalmente molto scarse per tutta la stagione. Difficilmente è stato possibile produrre monoflora di tiglio la cui fioritura è stata compromessa dal caldo e dal secco. E’ presto per confermare dei dati produttivi ma anche il castagno sembra avere risentito delle alte temperature e della siccità con una fioritura partita in anticipo e molto breve che alla quote più basse non ha determinato raccolti soddisfacenti. Alle quote più alte dove le piante hanno sofferto meno il caldo i raccolti si prevedono migliori. 

Marche
La siccità ha influito negativamente sulle produzioni che sono state scarse se non nulle ad eccezione di alcune produzioni di coriandolo e castagno nelle aree vocate dell’entroterra e millefiori nel maceratese. In particolare i raccolti di millefiori si sono attestati in media sui 7 kg/alveare con un’ampia variabilità compresa tra i 2 kg/alveare nella provincia di Ancona e punte di 12 kg/alveare ottenute in alcune zone della provincia di Macerata. Si tratta di millefiori composti da rovo, erba medica, girasole ed altri nettari estivi. Per quanto riguarda il coriandolo si parla di produzioni comprese tra i 7 e i 12 kg/alveare nella provincia di Pesaro Urbino e qualche caso di punte di 15 kg/alveare su fioritura precoce nel maceratese. Per quanto riguarda il castagno la produzione è stata variabile con medie produttive comprese tra 11 e 16 kg/alveare nelle province di Ascoli, Fermo e nelle zone montane vocate del Parco dei Monti Sibillini, più deludente in altre zone della provincia di Macerata e Ascoli con medie di 5 kg/alveare. Nelle zone di scarso raccolto, si evidenziano anche effetti negativi sullo sviluppo delle famiglie.  

Lazio
I dati provvisori sui primi raccolti estivi nelle province di Roma e Frosinone evidenziano rese di millefiori comprese tra 9 e 13 kg/alveare e produzioni di miele di castagno compresi tra i 12 e i 15 kg/alveare. In provincia di Latina si è raccolto del millefiori con eucalipto e melata di eucalipto, stimabile in 10 kg/alveare in media, mentre per quanto riguarda il monoflora di eucalipto, rispetto ad altri anni le prospettive sono buone con una produzione stimata provvisoriamente tra i 15 e i 20 kg/alveare nella provincia di Latina e Roma Nord. Si tratta di dati da confermare.

Umbria
I raccolti di millefiori rilevati nelle province di Perugia e Terni si sono attestati sui 10 kg/alveare. Altre produzioni da segnalare sono il miele di tiglio prodotto nella provincia di Perugia (circa 10 kg/alveare) e alcuni raccolti di miele di cardo e di rovo rispettivamente nelle province di Terni e Perugia (circa 15 kg/alveare).

Abruzzo
Non ci sono aggiornamenti sulle produzioni rispetto alla rilevazione del mese di maggio.

Molise
Non ci sono aggiornamenti sulle produzioni rispetto alla rilevazione del mese di maggio. 

Campania
I dati produttivi aggiornati per il miele di acacia confermano quanto segnalato nella rilevazione dello scorso mese con raccolti che si sono attestati in media sugli 11 kg/alveare con una variabilità piuttosto ampia tra 8 e 16 kg/alveare. In alcuni casi i nettari di altre fioriture o la melata si sono sovrapposti al flusso di acacia. Nelle province di Napoli e Caserta si segnalano inoltre raccolti di 15-20 kg/alveare di miele di agrumi e si conferma il dato positivo per il miele di sulla registrato nelle province di Avellino e Benevento (20-30 kg/alveare). In provincia di Napoli si segnalano inoltre produzioni di tiglio e ailanto stimabili sui 15 kg/alveare e buoni raccolti di millefiori stimabili sui 25 kg/alveare. Per quanto riguarda il castagno i primi dati raccolti sono piuttosto omogenei con rese di 20 kg/alveare rilevati nelle province di Napoli, Salerno ed Avellino.

Basilicata
I dati aggiornati confermano una produzione di miele di agrumi piuttosto eterogenea con una produzione media stimabile in 17 kg/alveare e un’ampia variabilità compresa tra un minimo di 8 e un massimo di 25 kg/alveare. Si conferma una discreta annata per il miele di sulla con produzioni medie generalmente comprese tra i 20-25 kg/alveare rilevate nella provincia di Matera, anche se si segnalano raccolti anche inferiori di 10 kg/alveare. In provincia di Matera si è raccolto anche del miele di coriandolo, 18 kg/alveare in media, e del miele di trifoglio, circa 10 kg/alveare. Si attende conferma dei dati provvisori dei raccolti di castagno che al momento sembrano attestarsi sui 11-12 kg/alveare. 

Puglia 
Si confermano medie produttive buone ma piuttosto disomogenee per il miele di agrumi nella provincia di Taranto, stimabili in media sui 24 kg/alveare ma compresi tra un minimo di 18 kg/alveare, nelle zone in cui gli abbassamenti termici di inizio primavera hanno in parte compromesso la fioritura, fino ai 30 kg/alveare nelle aree non interessate dalle gelate. Sono circa 27 kg/alveare le medie produttive del miele di coriandolo in un range di 20-30 kg/alveare a seconda della tempestività con cui gli apicoltori hanno portato le api sulla fioritura. Se guardiamo invece ai dati produttivi del millefiori raccolti nelle province di Lecce, Taranto, Bari, Brindisi e Foggia risulta un’ampia variabilità produttiva da un minimo di 5 ad un massimo di 25 kg/alveare. In particolare nella provincia di Lecce si segnala una sostanziale differenza nelle rese tra la parte nord e sud della provincia poiché in quest’ultima le rese produttive sono migliori per la presenza di buone importazioni di nettare di cardo spontaneo. 

Calabria
I dati aggiornati confermano un buon risultato produttivo per il miele di agrumi con rese medie generalmente comprese tra i 25 e i 30 kg/alveare anche se sul territorio si registrano anche casi in cui le produzioni ottenute sono state inferiori. Anche per il miele di sulla si conferma la buona annata con produzioni che si attestano sui 35 kg/alveare. I dati provvisori sulla produzione di miele di castagno sono di circa 16 kg/alveare in media rilevati nelle province di Vibo Valentia e di Cosenza mentre in provincia di Catanzaro si segnalano raccolti di miele di eucalipto estivo di circa 8 kg/alveare, da confermare con le prossime rilevazioni.

Sicilia
La produzione di miele di agrumi è stata scarsa soprattutto in provincia di Catania dove molti apicoltori, in corso di raccolto, hanno preferito lasciare gli agrumeti e spostare gli alveari nei luoghi vocati per la produzione di miele di sulla. In questi casi il poco miele raccolto fino a quel momento e classificabile come miele di agrumi non supera i 5 kg/alveare. Negli agrumeti della provincia di Siracusa e di Agrigento i raccolti sono stati migliori ma comunque non superiori ai 10 kg/alveare. Per quanto riguarda il raccolto del miele di sulla le rese medie variano molto a seconda della zone e della tempestività con cui gli apicoltori hanno portato le api sulla fioritura. Nella provincia di Palermo a seconda delle zone e della durata del raccolto si segnalano rese che vanno dai 15 ai 30 kg/alveare. Si segnalano inoltre raccolti di 20 kg/alveare in media nella provincia di Trapani e 13 kg/alveare nella provincia di Agrigento. Sono in corso i raccolti di millefiori estivo, di cardo e di timo. Per quest’ultimo i dati provvisori indicano rese di 3 kg/alveare.

Sardegna
In provincia di Cagliari nonostante la siccità e la presenza della psilla si registrano buoni raccolti di miele di eucalipto di circa 25 kg/alveare.

 

ANDAMENTO DI MERCATO

Il mercato del miele è ancora in una fase interlocutoria in cui i grossisti si accertano della reperibilità e del quantitativo di prodotto disponibile senza raggiungere veri e propri accordi sui prezzi. In qualche caso sono stati finalizzati degli acquisti di miele corrispondendo acconti sul prezzo finale ancora da concordare. Si registrano comunque alcune compravendite all’ingrosso sia da parte di invasettatori che tra apicoltori, sia in fusti da 300 kg che in latte da 25 kg, per rispondere alle necessità più urgenti di acquisto o vendita. Ci troviamo certamente di fronte ad una situazione difficile sul mercato globale con aumento dei costi dei materiali ma anche in un contesto di maggiore disponibilità di prodotto dovuta alla migliore annata produttiva rispetto alla scorsa stagione. Vedremo come il mercato evolverà in funzione di questo nei prossimi mesi.

Il mercato degli sciami si avvia verso la conclusione mentre è ancora attivo il mercato delle regine a prezzi che possono variare dai 15 ai 18 €/cad a seconda del numero di regine acquistate. 

 

EMERGENZE

Continuano le segnalazioni di spopolamenti sia per uso di prodotti fitosanitari sulle colture agricole che in areali cittadini in concomitanza dei trattamenti antizanzara. Sul tema degli avvelenamenti si rimanda al report realizzato da Apilombardia https://www.apilombardia.it/wp-content/uploads/2022/06/Report-avvelenamenti-primaverili-2022-def.pdf

 
NOTE METODOLOGICHE

L’indagine produttiva ed economica viene effettuata dalla rete di rilevatori dell’Osservatorio tramite interviste mensili ad apicoltori professionisti su tutto il territorio nazionale.

L’andamento meteorologico viene elaborato con il supporto di Pierluigi Randi, meteorologo professionista.

La resa media (kg/alveare) per tipologia di miele è rilevata su un campione di alveari in produzione nelle province vocate.

Il prezzo del miele (€/kg) è riferito a transazioni avvenute sul mercato all’ingrosso ed è inteso Franco Produttore I.V.A. inclusa.

Il prezzo delle regine (razza ligustica) è I.V.A. esclusa.

Il prezzo degli sciami è I.V.A. esclusa e si riferisce a sciami su 5 telaini (di cui 3 di covata e 2 di scorte).

Il prezzo di propoli e polline è I.V.A. inclusa mentre quello della pappa reale è I.V.A. esclusa.

Il prezzo del servizio di impollinazione è riferito ad unità (alveare o nucleo) I.V.A. esclusa.