ANDAMENTO METEOROLOGICO

 

Indice da remote sensing ESI (Evaporative Stress Index) calcolato sulle ultime 4 settimane. Fonte CNR – Osservatorio Siccità

Il mese di luglio 2022, secondo dell’estate meteorologica, ha mostrato un andamento termo-pluviometrico a livello nazionale molto simile al mese precedente, con temperature medie fortemente superiori alla norma climatologica e precipitazioni molto scarse salvo il verificarsi di episodi di rilievo solo a scala locale. Quello del 2022 ha chiuso come secondo mese di luglio più caldo a partire dal 1800 (serie storica del CNR-ISAC) con una temperatura media nazionale superiore alla norma (periodo 1981-2010) di ben +2,4°C, superato solo da luglio 2015. Le temperature medie sono state notevolmente superiori alla media sull’intero territorio nazionale sia nei valori minimi che nei valori massimi. Soprattutto i valori massimi mostrano anomalie positive estremamente rilevanti (+2,8°C rispetto alla media) con i picchi massimi osservati sulle regioni del Nord-Ovest, sul Friuli, e sull’area centrale tirrenica (Toscana e Lazio), laddove esse hanno raggiunto anche i +4/+4,5°C.  Così come occorso nel mese di giugno, non sono mancate severe onde di calore, durante le quali si sono registrati estremi di temperatura massima elevatissimi, in particolare nel periodo 20-25 luglio, quando su vaste aree del Centro-Nord sono stati toccati o superati i 40°C, battendo i vecchi record di temperatura massima assoluta per questo mese che, in genere, resistevano dal 2007. L’anomalia nazionale di temperatura minima è stata invece lievemente più attenuata (+2,0°C), determinando in tal modo una elevata escursione termica media giornaliera, aspetto favorito dalla scarsità di precipitazioni e dalla presenza di suoli molto secchi. Rispetto al 2021, i primi due mesi estivi sono stati caratterizzati da anomalie di temperatura media superiori, passando da +1,8°C dello scorso anno ai +2,9°C attuali, con uno scarto positivo di oltre 1°C.

Per quanto concerne le precipitazioni, luglio 2022 non ha fatto altro che confermare e aggravare il trend già dominante dall’inizio dell’anno, con un andamento estremamente secco sulla quasi totalità della Penisola, eccetto sporadici e circoscritti eventi di forti precipitazioni temporalesche, quindi quasi inutili per allentare la condizione di siccità.  L’anomalia di precipitazione su base nazionale è stata di ben il -39%, che si associa al -44% di giugno, il che implica che nei primi due mesi dell’estate meteorologica 2022 l’ammanco di piogge ammonta al -42%. Nello stesso periodo del 2021 il deficit fu del -28%, per cui nella stagione attuale la condizione è ancora peggiore, con la Penisola attanagliata da uno stato di grave siccità idrologica. 

Si aggrava dunque l’emergenza in cui si trova il comparto agricolo già evidenziato nel mese di giugno. La situazione più grave, a livello di SPI 12 mesi (Standard Precipitation Index) riguarda le regioni a nord del Po, l’Emilia-Romagna e la Toscana. Su Piemonte, Veneto e Friuli la percentuale della superficie gravata da siccità estrema è prossima al 70%; tra il 50 e il 70% sulle restanti zone del Nord e sul Centro. Le gravi condizioni di stress del suolo e delle colture dovute alle alte temperature e alla scarsità di acqua sono evidenziate anche dall’indice da remote sensing ESI (Evaporative Stress Index) che fornisce indicazioni su diversi periodi di aggregazione temporale circa l’evoluzione dell’umidità superficiale del suolo e delle condizioni di stress delle colture (vedere figura).

Per quanto riguarda lo scenario meteorologico previsto per le prossime due settimane, nella settimana 8-14 agosto la situazione generale sarà, con elevata probabilità, caratterizzata da pressione in quota superiore alla norma sul centro-nord Europa e sul bacino occidentale del Mediterraneo; più bassa sull’Europa orientale, configurando un regime di blocco estivo. Ciò determinerebbe l’afflusso di aria meno calda più instabile dai quadranti settentrionali sull’Europa orientale, mentre i picchi di temperatura superiore alla norma, associati a onde di calore, si sposterebbero verso l’Europa occidentale e l’ovest del Mediterraneo. Nella settimana 15-21 agosto (affidabilità medio-bassa), nella quale prevale uno scenario di lenta risoluzione del regime di blocco sul nord-Europa, sono previste temperature ancora superiori alla norma (+1/+2°C) nelle regioni centro-meridionali, intorno alla norma o appena superiori al Nord. Precipitazioni nella norma del periodo. 

 

ANDAMENTO PRODUTTIVO

Nel mese di luglio la situazione meteorologica ha condizionato negativamente sia la disponibilità di nettare che di polline, riducendo molto o azzerando del tutto i raccolti. La fioritura delle piante di interesse apistico estive come il castagno e il tiglio si è accorciata drasticamente e in molte zone della Penisola la stagione produttiva può considerarsi conclusa. Il forte caldo, la siccità e l’assenza di nettare hanno messo in difficoltà anche le famiglie di api che necessitano di acqua per una adeguata termoregolazione. In molte zone d’Italia, l’assenza di fonti trofiche naturali per le api, ha costretto gli apicoltori a ricominciare ad alimentare gli alveari con costi sempre più elevati dato l’aumento dei prezzi che ha interessato tutti i prodotti per la nutrizione. E’ tempo anche per i trattamenti estivi per il controllo della varroa rispetto ai quali si segnalano difficoltà operative ad effettuare i blocchi di covata a causa del frequente saccheggio e ad utilizzare i prodotti evaporanti per via delle temperature troppo elevate.

Vediamo in particolare la situazione per regione sulla base dei dati raccolti dai rilevatori dell’Osservatorio: 

Valle d’Aosta
I raccolti del millefiori di alta montagna delle Alpi e del miele di rododendro sono stati inferiori alle attese con produzioni che nella maggior parte dei casi si sono attestate sui 10-12 kg/alveare. Solo chi ha portato le api con maggiore tempestività sulle fioriture di montagna ha potuto ottenere risultati migliori con rese di 18-20 kg/alveare.

Piemonte
Caldo e siccità hanno dimezzato la durata dei raccolti del miele di castagno e del miele di tiglio che si sono attestati su valori inferiori alle attese. I primi dati provvisori sui raccolti di miele di castagno evidenziano rese di 8-10 kg/alveare rilevate nelle province di Alessandria, Biella, Torino. Migliori i raccolti rilevati nella provincia di Cuneo con rese di 15 kg/alveare e qualche punta di 20 kg/alveare. Per quanto riguarda il tiglio negli areali cittadini delle province di Alessandria e Novara si registrano rese di circa 10 kg/alveare. Sotto le attese anche la produzione del tiglio di montagna con rese provvisorie comprese in una forbice molto ampia, tra i 7 e i 16 kg/alveare.  La mancanza di pascolo per le api ha determinato la ripresa delle nutrizioni di soccorso. 

Lombardia
Anche in Lombardia il castagno ha dato rese molto eterogenee e mediamente sotto le attese. Si va da produzioni estremamente scarse di 4 kg/alveare fino a rare punte di 20-25 kg/alveare riscontrate in limitate zone della provincia di Varese. Molto eterogenei anche i raccolti di miele di tiglio, si va da rese estremamente basse di 2 kg/alveare rilevate nella provincia di Mantova, fino a medie di 10 kg/alveare ottenute nella provincia di Milano. Risultati lievemente migliori sono stati ottenuti per il tiglio di montagna,  soprattutto per gli apicoltori che hanno portato gli alveari tempestivamente sul raccolto, ma comunque inferiori alle attese. In pianura scarsi anche i raccolti di erba medica e girasole che hanno reso poco o nulla.

Liguria
I flussi nettariferi delle fioriture del castagno nelle zone interne e del castagno e ligustro nelle zone costiere sono stati compromessi dalle alte temperature e dal perdurare della siccità. Per il raccolto di castagno le rese rilevate sono comprese tra i 6,5 kg/alveare e i 13 kg/alveare (dati rilevati nelle province di Genova, La Spezia, Savona, Imperia). Solo in alcuni areali più umidi sono state ottenute rese migliori ma si tratta di eccezioni. In provincia di Imperia, per lo stesso motivo, è stato fortemente compromesso il raccolto di melata di metcalfa. Gli apicoltori stanno alimentando gli alveari per sopperire alla mancanza di fonti naturali di nutrimento. 

Friuli Venezia Giulia
Il forte caldo ha annullato i raccolti di tiglio di pianura che talvolta si produce negli areali cittadini. Il tiglio di montagna invece si mescola al castagno producendo un miele noto come “castiglio”. Quest’anno risulta prevalente il tiglio con rese comprese tra 12 e 22 kg/alveare registrate nelle province di Udine e Pordenone. In alcune zone della provincia di Udine, dove manca il tiglio, si  produce del miele di castagno con rese che quest’anno si sono attestate sugli 11-12 kg/alveare. 

Veneto
Anche in questo caso quello che sembrava un buon raccolto per il castagno è stato compromesso dal caldo e dalla siccità. Le rese rilevate non superano i 7-8 kg/alveare (dati relativi alla provincia di Treviso e Belluno). In provincia di Rovigo, caldo e siccità hanno ridotto anche i raccolti di erba medica e girasole (7 kg/alveare) e di millefiori che in alcune aree si è mescolato con la melata (8 kg/alveare).  

Trentino Alto Adige
Anche nelle zone di montagna del Trentino Alto Adige, il caldo e il secco hanno quasi annullato i raccolti. Solo nella prima metà del mese è stata registrata qualche importazione di miele millefiori di montagna che ha consentito raccolti di pochi chili ad alveare; assente la melata. In molti casi è stato necessario nutrire le famiglie.

Emilia- Romagna
Anche in questa regione si registra un’annata negativa per il castagno. Nelle province di Forli-Cesena, Ravenna e Rimini i raccolti sono stati scarsi, stimabili in 10 kg/alveare, e si è dovuto intervenire successivamente con le nutrizioni per supportare le famiglie. Anche in provincia di Parma e Piacenza i raccolti sono stati sotto le aspettative, tra i 10 e i 15 kg/alveare. Situazione analoga nel Modenese e Bolognese dove si registrano rese sotto il melario. 

Toscana
Raccolti deludenti per il castagno anche in Toscana dove si sono registrate rese molto eterogenee, più scarse negli areali produttivi di bassa quota (5 kg/alveare in media), migliori nelle zone di montagna dove i castagni hanno sofferto meno il caldo. Nelle zone vocate di Appennino e Casentino (province di Pistoia ed Arezzo) e sul monte Amiata (provincia di Grosseto) i raccolti hanno sfiorato punte di 15-18 kg/alveare, comunque inferiori alle attese. Non si registrano al momento raccolti significativi di girasole né di melata d’abete o altre melate.

Marche
A causa della forte siccità la stagione produttiva si è praticamente conclusa a metà mese. Mediamente si sono prodotti circa 6 kg di miele millefiori in particolare in presenza di girasole e medicai. I dati produttivi sono stati rilevati in tutte le province (Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Pesaro-Urbino) e mostrano un’ampia variabilità, da rese insignificanti di 2 kg/alveare fino a punte di 16 kg/alveare. La produzione risulta complessivamente mediocre. Scarse anche le rese di miele di girasole comprese tra 7 e 12 kg/alveare rilevate nelle province di Pesaro-Urbino e nell’area interna della provincia di Macerata. Si riscontrano diverse famiglie fucaiole e saccheggiate.

Lazio
La produzione di miele di tiglio è stata limitata dalla forte siccità che ha accorciato la fioritura. La mancanza di pioggia ha influito sulle produzioni in particolare in pianura. Nella provincia di Roma la produzione di millefiori è stata molto diversificata a seconda delle peculiarità territoriali ma generalmente modesta o addirittura nulla. Successivamente al castagno, le cui rese si sono attestate sui 10-15 kg/alveare, in alcune zone della provincia di Roma è stato prodotto del millefiori scuro con probabile presenza di melata. A questo proposito si segnala la presenza di raccolti di melata di pino, prodotte dalla cocciniglia Toumeyella parvicornis, che causa severe infestazioni alle piante di pino ma produce un raccolto inaspettato e spesso abbondante, soprattutto nelle aree litoranee. 

Umbria
Raccolti azzerati a partire dal mese di luglio e inizio delle operazioni di nutrizione degli alveari in tutta la regione.

Abruzzo
In provincia di Chieti si segnalano raccolti di 2 kg/alveare di melata.

Molise
Dalla seconda decade del mese il caldo ha condizionato i raccolti e lo sviluppo delle famiglie. Il risultato sono raccolti quasi nulli per il millefiori e piuttosto scarsi per il miele di girasole. I dati indicano rese di circa 12 kg/alveare rilevati nella provincia di Campobasso.

Campania
Avremo aggiornamenti sui raccolti estivi con la prossima rilevazione.

Basilicata
La forte siccità ha influito negativamente sui raccolti estivi, riducendo di circa il 75% il raccolto di millefiori. Nella provincia di Potenza i raccolti di millefiori si sono attestati tra i 5 e i 10 kg/alveare, nettamente sotto le aspettative. Nella zone del Vulture (provincia di Potenza), il castagno ha reso in media tra gli 8 e i 10 kg/alveare. Produzioni di circa 10 kg/alveare in media sono state rilevate anche per il miele di eucalipto con rese comprese tra i 7 e i 15 kg/alveare (dati rilevati nelle province di Matera e Potenza). In alcune zone della provincia di Matera si segnala inoltre qualche raccolto di miele di melata.

Puglia 
L’assenza di precipitazioni uniformi, associata a venti prevalentemente di tramontana, ha condizionato il raccolto dei mieli estivi (millefiori, eucalipto, timo) soprattutto nella parte centro-meridionale della regione. Nelle province di Taranto e Brindisi, le rese rilevate sono di 7-12 kg/alveare, mentre nella provincia di Foggia, generalmente più umida, si sono registrate punte anche di 20 kg/alveare. Dopo i trattamenti estivi, che non hanno evidenziato particolari criticità per quanto riguarda i livelli di varroa, gli apicoltori hanno effettuato i primi interventi di nutrizione laddove la scarsità di scorte lo ha reso necessario (situazione eterogena con differenze anche a distanza di pochi km).

Calabria
Le stime iniziale a melario del raccolto di miele di castagno sono state ottimistiche rispetto a quanto effettivamente rilevato dopo le operazioni di smielatura da cui risultano rese comprese tra gli 11 e i 16 kg/alveare (dati rilevati nelle province di Vibo Valentia e Cosenza). 

Sicilia
I raccolti di castagno della provincia di Messina si sono attestati tra i 6 e i 12 kg/alveare. Le rese maggiori sono state ottenute dagli  apicoltori che sono arrivati sul raccolto prima delle onde di caldo. Nella provincia di Siracusa, tra Cassibile ed Avola, si è prodotto un po’ di miele di melata (circa 6 kg/alveare secondo le prime informazioni).

Sardegna
I raccolti di miele di eucalipto sono risultati piuttosto eterogenei. Le rese rilevate su apiari in produzione nelle province di Cagliari, Nuoro, Oristano risultano comprese prevalentemente tra i 15 kg/alveare e i 25 kg/alveare. Si segnalano tuttavia anche casi in cui le rese ottenute sono state inferiori (5 kg/alveare rilevati nella provincia di Nuoro) o addirittura nulle (provincia di Oristano). In provincia di Sassari, nella zona della Gallura, il miele di eucalipto è stato invece fortemente inquinato dalla presenza di melata di psilla.

 

ANDAMENTO DI MERCATO

Come anticipato nella scorsa rilevazione, il mercato del miele è ancora in una fase interlocutoria. Le giacenze della pessima stagione 2021 sono ormai esaurite da tempo e le trattative per la compravendita dei lotti prodotti nel 2022 sono ancora in corso. Gli apicoltori hanno aspettative elevate rispetto alla tenuta del prezzo del miele alla luce delle difficoltà produttive e delle diverse stagioni estremamente negative che si sono susseguite. La stagione 2022 pur non essendo stata generalmente negativa come il 2021, non è stata certo soddisfacente e l’aumento dei prezzi dei materiali, dell’energia e dei carburanti, ha peggiorato ulteriormente la situazione, soprattutto per i nomadisti. D’altro canto, anche gli invasettatori subiscono gli effetti dell’inflazione e devono fronteggiare le problematiche dovute alla competizione del miele estero a più basso prezzo (nei paesi dell’Est Europa è stata un’annata positiva per il miele di acacia) e dei meccanismi della GDO che, non prendendosi carico di una parte dell’aumento dei costi, schiaccia il resto della filiera. In questo scenario estremamente complesso, si stanno definendo i prezzi all’ingrosso sul mercato dei fusti da 300 kg.

Per quanto riguarda invece gli scambi tra apicoltori in latte da 25 kg, questo mercato è già attivo e presumibilmente lo sarà anche nei prossimi mesi, alimentato dalle esigenze degli apicoltori che necessitano di prodotto da integrare al proprio, per ampliare l’offerta aziendale sui canali della vendita al dettaglio. Si tratta di un mercato estremamente variegato e particolare i cui prezzi oscillano in intervalli piuttosto ampi in funzione della domanda e dell’offerta disponibile ma anche delle specifiche necessità di chi compra e chi vende.

Il mercato degli sciami si avvia verso la conclusione mentre è ancora attivo il mercato delle regine a prezzi in linea con le rilevazioni precedenti.

EMERGENZE

Con la siccità arrivano anche gli incendi. Nel basso Molise, gli incendi hanno causato danni a diversi apiari. Continuano anche le segnalazioni di avvelenamenti. Nel caso specifico, al confine tra Marche e Umbria, sono stati segnalati dei casi di avvelenamento a danno di circa 120 alveari in concomitanza di trattamenti su erba medica.
Ci sono cattive notizie sul fronte della diffusione della Vespa velutina. Il calaborne asiatico, la cui presenza in Toscana era stata finora segnalata solo nelle province di Massa e Lucca, si è spostato verso sud ed è stato rinvenuto per la prima volta in due diversi apiari della provincia di Pisa. In Liguria, in provincia di Imperia, Vespa velutina è presente massiciamente sulla costa e nell’immediato entroterra di ponente ed è stata osservata in predazione sugli alveari a quote sempre più elevate, sino a 1500 m. slm. In provincia di Savona, il calabrone, presente nella maggior parte della provincia in zona costiera, è stato osservato in predazione sugli alveari della zona di Albenga, verso ponente. In provincia di Genova, Vespa velutina è stata osservata in predazione sugli alveari per la prima volta nel comune di Casarza Ligure. In provincia di La Spezia, dove la Vespa velutina è una presenza stabile, è stata segnalata e catturata anche Vespa orientalis,  in un apiario perurbano della città di La Spezia. Vespa orientalis è stata segnalata in predazione anche su alveari della zona periurbana di Genova fino ai quartieri a ridosso del porto.

NOTE METODOLOGICHE

L’indagine produttiva ed economica viene effettuata dalla rete di rilevatori dell’Osservatorio tramite interviste mensili ad apicoltori professionisti su tutto il territorio nazionale.

L’andamento meteorologico viene elaborato con il supporto di Pierluigi Randi, meteorologo professionista.

La resa media (kg/alveare) per tipologia di miele è rilevata su un campione di alveari in produzione nelle province vocate.

Il prezzo del miele (€/kg) è riferito a transazioni avvenute sul mercato all’ingrosso ed è inteso Franco Produttore I.V.A. inclusa.

Il prezzo delle regine (razza ligustica) è I.V.A. esclusa.

Il prezzo degli sciami è I.V.A. esclusa e si riferisce a sciami su 5 telaini (di cui 3 di covata e 2 di scorte).

Il prezzo di propoli e polline è I.V.A. inclusa mentre quello della pappa reale è I.V.A. esclusa.

Il prezzo del servizio di impollinazione è riferito ad unità (alveare o nucleo) I.V.A. esclusa.